Vuoi provare le posizioni base della danza contemporanea? Ecco come si fanno! Trovi la spiegazione dettagliata e i video tutorial per la Posizione parallela e la Posizione a T. Le lezioni sono completamente gratuite, con i consigli dei maestri qualificati di danza-contemporanea.it.
Sommario:
- Posizione Parallela: Video Tutorial
- Introduzione alla posizione parallela: termini Anatomici di Piani e Assi del corpo
- Come si fa e a cosa serve la Posizione Parallela?
- Posizione a T: Video Tutorial
- Spiegazione della Posizione a T: Base del Floorwork
- Vuoi provarci anche tu? Ecco cosa devi fare
Posizione Parallela: Video Tutorial
La posizione parallela è uno dei primi passi che devi imparare per padroneggiare la tecnica contemporanea. Guarda il tutorial per imparare come fare:
Introduzione alla posizione Parallela: termini Anatomici di Piani e Assi del corpo
Per comprendere a pieno l’esecuzione della posizione parallela, è opportuno fare un piccolo passo indietro e spiegare in maniera anatomica il funzionamento del nostro corpo. Partiamo da due concetti: i piani anatomici cardinali, e gli assi anatomici cardinali (entrambi illustrati in foto).
Partendo dai tre piani anatomici cardinali, essi possono essere descritti come delle traiettorie immaginarie che “tagliano” il nostro corpo e lo suddividono in diverse parti. L’obiettivo è quello di considerare solamente una porzione del corpo, utile a descrivere la direzione dei movimenti in modo corretto. Nel dettaglio i tre piani sono:
- Piano frontale, che divide il corpo in una parte anteriore e una parte posteriore. In questo piano avvengono tutti i movimenti di abduzione (ossia l’apertura laterale lontana dalla linea mediana del corpo) e adduzione (la chiusura verso l’interno della linea mediana). Un esercizio semplice come inspirare e contemporaneamente aprire le braccia di lato e poi espirare chiudendole, viene classificato proprio in questo piano. Saltellare sul posto con un jumping jack oppure abdurre gli arti inferiori e superiori da una posizione parallela alla 2° e addurre verso il centro, sono altri esempi riconducibili al piano cardinale frontale;
- Piano sagittale, che divide il corpo in una parte destra e in una sinistra. La maggior parte degli esercizi si verificano su questo piano, che tagliando il corpo in porzioni di destra e sinistra permette di eseguire innumerevoli movimenti, passando da un’oscillazione delle braccia avanti e indietro ad uno swing delle gambe (di cui parleremo in seguito). La cosa interessante di questo piano è che i movimenti possono essere in sincrono oppure sconnessi tra di loro, ad esempio mentre stai correndo per andare avanti di certo non userai stessa gamba e lo stesso braccio, ma gli arti opposti;
- Piano trasverso, che divide il corpo in una parte superiore e una inferiore. Anche questo piano, come in quello sagittale, le possibilità di movimento sono numerose. Il corpo viene diviso in due metà: una superiore che inizia dalla testa al bacino e una inferiore dal bacino fino alle dita dei piedi. Le azioni principali sono la torsione e la rotazione.
Per quanto riguarda invece gli assi anatomici principali (detti anche assi anatomiche), essi possono essere considerati come tre linee immaginarie (come fossero tre “vettori”) che attraversano il corpo. Nel dettaglio, i tre assi cartesiani sono:
- Asse longitudinale, ossia la retta immaginaria che oltrepassa il corpo verticalmente dal centro della testa fino i talloni ed è perpendicolare alla base di appoggio quando il corpo si trova in posizione eretta (come nella posizione parallela appunto). Attorno a questo asse si riconoscono movimenti di torsione e i movimenti di rotazione, come nel piano trasverso. Più precisamente, i movimenti sull’asse verticale vengono denominati di torsione quando si fa riferimento alla testa ed al tronco e di rotazione quando fa riferimento agli arti.
- Asse trasversale, ossia la linea che divide in modo orizzontale il corpo, passando da sinistra a destra. La linea è inoltre perpendicolare all’asse longitudinale e parallela al suolo. Lungo questo asse si possono eseguire movimenti di flessione (cioè il “piegamento” dell’articolazione che diminuisce così l’angolo articolare) e di estensione (ossia la distensione dell’articolazione con il conseguente aumento dell’angolo articolare). Infatti, la parte in movimento si allontana dal piano frontale mentre, nell’estensione, si avvicina ad esso.
- Asse sagittale, ossia la linea che attraversa il corpo da davanti a dietro, detto anche antero-posteriore. Tale linea è perpendicolare agli altri due assi. Attorno a questo asse si eseguono movimenti di inclinazione laterale per la testa e il tronco, nonché l’abduzione e adduzione degli arti come nel piano frontale.
Come si fa e A cosa serve la posizione parallela?
Adesso che abbiamo chiarito com’è diviso il corpo in piani e assi, andiamo a spiegare nel dettaglio come si fa e a cosa serve la posizione parallela.
Come si fa?
La posizione parallela si esegue in stazione eretta, quindi prima di capire in modo “danzereccio” come eseguirla correttamente, rivediamo insieme con un linguaggio anatomico quali sono i muscoli coinvolti, così da prendere consapevolezza del nostro corpo:
- Il core, l’insieme dei gruppi muscolari del retto addominale, è il nucleo del nostro corpo. Non a caso è il muscolo più ricercato da allenare durante gli esercizi in palestra o appunto a danza, proprio perché fornisce stabilità lombo-pelvica ovvero la parte inferiore del tronco del corpo umano, posta per la precisione tra l’addome (in posizione superiore) e le cosce (in posizione inferiore) e la schiena (posizione posteriore) e favorisce l’ottimale trasferimento di forze dalla parte inferiore alla parte superiore del corpo. Nella posizione parallela infatti, fornisce la giusta resistenza del corpo in posizione eretta, quindi senza cedere alla gravità con il peso verso avanti, lato o dietro.
- L’anca salda l’arto inferiore al tronco, con il supporto dell’articolazione coxo-femorale che si instaura fra l’osso dell’anca e il femore.
- La coscia, rappresenta il segmento prossimale più lungo e voluminoso del corpo. Dotata di una possente muscolatura tra cui nel compartimento anteriore (avanti) sono in tutto 4: il muscolo sartorio, il muscolo pettineo, il muscolo quadricipite femorale e il muscolo ilio-psoas. Nel compartimento mediale (interno) invece, sono in tutto 5: il muscolo gracile, il muscolo otturatore esterno, il muscolo adduttore breve, il muscolo adduttore lungo e il muscolo grande adduttore. Per ultimo, situati sul di dietro della coscia, i muscoli sono in tutto 3: il muscolo bicipite femorale, il muscolo semitendinoso e il muscolo semimembranoso. Tutti insieme garantiscono la saldatura dell’arto inferiore.
- Il ginocchio, che si trova subito dopo la coscia, precisamente al centro dell’arto inferiore contiene l’articolazione (la più grande del corpo umano) che connette il femore alla tibia grazie alla rotula, Quest’ultima garantisce la stabilizzazione dei movimenti, infatti bisogna riporre molta attenzione per evitare brutti incidenti.
- La gamba in termini anatomici, è il solo segmento intermedio dell’arto inferiore, che comprende una muscolatura particolarmente sviluppata posteriormente, ovvero il polpaccio, mentre anteriormente è facile osservare la sporgenza della tibia o “stinco”.
- La caviglia, comprende l’articolazione tibio-tarsica, in superficie si osservano i rilievi dei malleoli, mediale e laterale. Posteriormente si apprezza il tendine calcaneale o di Achille.
- Per l’ultimo, il piede che comprende nella parte posteriore il calcagno o “tallone” e poi la porzione superiore, in posizione anatomica, è chiamata dorso, mentre quella inferiore pianta composta dal metatarso sotto le dita.
Guida pratica su come eseguire la Posizione Parallela
Come abbiamo appena precisato nel paragrafo precedente, sono molti i muscoli coinvolti nella realizzazione di una giusta posizione parallela (nonostante sembri la posa più facile del mondo).
Cosa importante da ricordare è che solo grazie ai muscoli stabilizzatori del tronco, la posizione parallela diverrà facile e divertente!
Per le prime volte puoi posizionarti davanti allo specchio per controllare che tutto sia giusto.
Segui questa linea guida: il bacino, le ginocchia e il dito medio dei piedi devono essere ben allineati (disegna una linea immaginaria che attraversa tutti questi punti). Le ginocchia devono essere parallele, quindi non devono assumere una posizione valga o vara, ma con la rotula che guarda avanti. I piedi invece hanno un ruolo fondamentale, poiché non devono mai essere uniti (a differenza della sesta posizione) ma con uno spazio in mezzo equidistante. Il trucchetto che utilizzo con i più piccoli è quello di pensare ad un terzo piede in mezzo agli altri due, per avere coì una giusta distanza “binaria”. In questo modo i piedi sono perfettamente paralleli, con nessun tipo di propensione verso l’esterno (en dehors).
Inoltre le spalle sono allineate, gli addominali tenuti e forti sorreggono la struttura per non cedere con il peso alla gravità e il capo è diritto con lo sguardo verso l’orizzonte.
N.B. Nel video tutorial dopo aver assicurato il giusto allineamento (bacino-ginocchia-piedi), ho eseguito dei piccoli spostamenti con plié (piegamento delle ginocchia) verso destra e sinistra e per ultimo dei giri in parallelo mantenendo fino alla fine il controllo della posizione senza mai modificarla. Le possibilità di movimento dalla posizione parallela sono innumerevoli!
A cosa serve?
Che la posizione parallela sia una delle posizioni base della danza contemporanea l’avrai sicuramente capito, ma ti spiegherò perché!
La posizione parallela, c.d. prima posizione parallela insieme alla seconda posizione parallela sono considerate posizioni di comodità che servono soprattutto in fase di riscaldamento, per sentire bene l’appoggio del piede al suolo, e sono la base nei corsi principianti per arrivare successivamente alla prima e seconda posizione en dehors, più difficile perché serve un controllo maggiore del corpo. Nelle coreografie neo-classiche vennero introdotte per creare un contrasto stilistico con i passi virtuosi e classici in en dehors, fino ad arrivare alla danza contemporanea.
La posizione parallela nella danza contemporanea, rappresenta l’inizio e la fine di ogni movimento e sequenza al centro, in diagonale e da in piedi per arrivare al pavimento.
La sesta posizione che fu introdotta nel XX secolo da Serge Lifar (Insieme a George Balanchine, viene considerato uno dei creatori della danza neoclassica), si può confondere con la posizione parallela che invece di mantenere i piedi staccati l’uno dall’altro come in foto, sono precisamente attaccati. Inoltre la sesta posizione, a differenza della posizione parallela non ti permette di eseguire dei movimenti legati e fluidi, bensì nella VI posizione le gambe sembrano quasi pietrificate con i piedi al pavimento.
Posizione a T: Video Tutorial
Spiegazione della Posizione a T: Base del Floorwork
Quando parliamo della tecnia floorwork, ci stiamo riferendo ad un ramo della danza contemporanea.
Se hai letto l’articolo sulle differenze della danza contemporanea con la danza moderna –> clicca qui per leggerlo <– avrai notato come la tecnica floorwork è menzionata spesso, questo perché è uno degli elementi che la differenzia dagli altri stili di danza grazie all’utilizzo del peso del corpo che sfida la gravità, andando a fondere pienamente corpo e movimento con il suolo.
Questa tecnica è utilizzata a partire dalle tecniche storiche come in Martha Graham e Erick Hawkins, fino al breakdance e alle lezioni attuali di danza contemporanea.
Il Floorwork inoltre richiede ai ballerini di spaziare tra i livelli più alti e quelli più bassi. Infatti il livello “basso” c.d. floor è uno dei tre principali livelli spaziali che i ballerini possono occupare, insieme al livello medio o verticale e quello alto o aereo, nell’esecuzione di salti e sospensioni.
Corpo supino, differenza tra supinazione e pronazione
Se ti sei mai ritrovato come la ragazza in foto, anche tu hai eseguito senza saperlo una posizione base del floorwork e della danza contemporanea: precisamente la c.d. posizione a T.
Sdraiarsi in posizione supina, quindi con la schiena a contatto con il suolo, è la miglior posizione per riposare o per rilassare la schiena, il collo e le spalle (non a caso è favorita come soluzione per dormire, in un parco o in una lezione di danza contemporanea!).
Supino deriva da supinazione, che precisamente identifica un movimento che coinvolge l’avambraccio, durante cui il palmo della mano è rivolto in avanti e il pollice è rivolto verso l’esterno. In generale, puoi parlare di movimenti di supinazione, contrapposti a quelli di pronazione, quando la superficie ventrale del corpo (quindi la pancia) è rivolta verso l’alto, viceversa se si è sdraiati con la pancia sotto parliamo di una posizione prono.
L’eccezione più nota per la supinazione e la pronazione si riferisce a quella del piede. Con pronazione, in questo caso, s’intende la fisiologica rotazione del piede verso l’interno (quindi con l’alluce attaccato al suolo e la parte esterna sollevata), mentre con supinazione ci si riferisce al contrario (ovvero con le dita sollevate e la parte esterna a contatto con il pavimento). Entrambi gli atteggiamenti possono influire sulla postura, pertanto si raccomanda di camminare o fermarsi con il peso del corpo su tutta la pianta del piede.
Come si esegue la Posizione a T e a cosa serve?
La posizione prende il nome di T posizionandosi al pavimento supino con gli arti inferiori (le gambe) distesi verso il basso e gli arti superiori (le braccia) aperte lateralmente raffigurando la lettera T dell’alfabeto con il corpo.
Importante! Se in posizione parallela tutto il corpo (muscoli, articolazioni e ossa) è coinvolto a mantenere la posizione stabile, senza cedere alla gravità, da sdraiati si può dire addio alla gravità ma non si cede al completo relax. Nonostante da supino si tende a rilassare il tutto, durante la posizione a T il corpo è controllato, infatti i piedi non si abbandonano verso l’esterno, così formando una posizione en dehors ma mantengono i due binari paralleli. Le braccia invece e le spalle non si avvicinano alle orecchie, ma rimangono in linea a formare la corretta posizione, i palmi delle mani sono rivolti verso l’alto per eseguire ad esempio movimenti di abduzione e poi adduzione. Le dita delle mani hanno una grande importanza nella tecnica floorwork, ma di questo ne riparleremo!
Questa posizione base rappresenta l’inizio, la fine e lo scambio tra i vari passaggi del floorwork al pavimento. Infatti nella spiegazione dei prossimi passi noteremo l’evoluzione di questa posizione, per arrivare ad altre più complete e complesse.
N.B. Nel video tutorial, il movimento inizia dalla stazione eretta in posizione parallela, poi con un piegamento delle ginocchia c.d. plié si arriva seduti, con gli addominali (il core) tenuti si scende fino a toccare con la schiena il pavimento ed infine con un movimento delle braccia in abduzione si arriva ad una posizione a T. Stessa cosa per il reverse. Tutto è collegato l’uno con l’altro!
Vuoi provarci anche tu? Ecco cosa devi fare
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