Pina Bausch e Kurt Jooss: Biografie, Tanztheater, Coreografie, Opere e Video

Kurt Jooss principale esponente della danza espressionista, e la sua pupilla Pina Bausch, estremamente fragile e talentuosa. Scopri le loro Biografie, il contributo che diedero alla danza e alla fondazione del Tanztheater, le Coreografie ed Opere più famose, i Video.

Sommario:

  1. Kurt Jooss, Biography
  2. Pina Bausch Biografia
  3. Post modern dance: l’arrivo del Tanztheater
  4. Pina Bausch: Café Müller, Kontakthof e Rite of Spring
  5. Kurt Jooss -The Green Table meaning
  6. Video Coreografie di Pina Bausch e Kurt Jooss
  7. Quali sono i pionieri della danza contemporanea?

Kurt Jooss, Biography

Kurt Jooss (photo credit: wikipedia.org*)

Kurt Jooss è nato il 12 gennaio 1901 a Wasseralfingen, in Germania. Fin da piccolo si interessò al mondo dell’arte nelle diverse sfaccettature tra cui il canto e la musica, infatti suonava anche il pianoforte, il teatro, le arti visive e la fotografia. Nato nel Novecento, il periodo storico di massimo splendore della danza che diventa modern dance (ovvero danza contemporanea), Jooss inevitabilmente si avvicinò al mondo della danza, iniziando la sua carriera negli anni ’20. Dal 1920 al 1924, Kurt Jooss studiò la tecnica del primo teorico della danza, Rudolf Von Laban, che sviluppò il Labanotation (un dizionario che spiegava l’origine della danza, avvalendosi di una cinesfera e dell’icosaedro), e fondatore del movimento Ausdruckstanz.

Il termine Ausdruckstanz, dal significato “Espressionismo“, indica infatti il primo passo verso la danza espressionista e Kurt Jooss è considerato uno dei padri fondatori di questa danza, una danza libera, naturale e meno governata dalle regole. Joss, dopo anni di lavoro con Laban decide di andar via, influenzando la sua tecnica e realizzando opere di Dance Theatre, sviluppando da solo in maniera approfondita le teorie di Laban e il suo sistema di notazione. Entro un anno, dopo aver lasciato Rudolf Von Laban, colse l’occasione per creare la sua prima compagnia dal nome Die Neue Tanzbühne, ed è qui che conosce Fritz A. Cohen, un compositore che lavorò con Jooss a molti dei suoi famosi pezzi.

Jooss e Cohen, spinti dall’idea che la coreografia, che doveva essere priva di trama e poteva trattare di temi e questioni morali, e la composizione musicale dovessero evolversi insieme, così da creare uno stile uniforme, si unirono e fondarono una scuola di danza chiamata “Westfälische Akademie für Bewegung, Sprache und Musik” . Insieme a Kurt Jooss, collaborò il coreografo Sigurd Leeder e insieme nel 1927, presentarono un opera di Dance of Death, che però fu subito criticata per essere troppo all’avanguardia, così dovettero chiudere la scuola e nello stesso anno Jooss trasferì la “Westfälische Akademie” a Essen, che divenne la Folkwangschule, ancora oggi aperta a giovani danzatori.

Non trattando di trame e narrazioni, ma piuttosto di temi sociale e politici, Jooss venne molto criticato tanto da chiedergli di allontanare danzatori ebrei dalla sua compagnia, e lui rifiutò. Così Jooss, Leeder, Frtiz Cohen e altri membri della compagnia originaria si rifugiarono nei Paesi Bassi, poi in Inghilterra. Nel 1934, proprio in Inghilterra, Jooss aggiunse nuove opere al suo repertorio, tra cui Pandora nel 1944, dove tratta di disastri umani con immagini molto forti e inquietanti, che in seguito furono interpretate da alcuni come una predizione dello sgancio delle bombe atomiche sul Giappone un anno dopo.

Con la sua compagnia, il Jooss Ballet fece tournée mondiali fino al 1947 e nel 1949 lasciò l’Inghilterra per tornare a Essen, in Germania. Per diciannove anni dopo il suo ritorno, Jooss ha continuato a insegnare e coreografare, trovando la danzatrice Pina Bausch, diventata la sua pupilla e sostenitrice della sua danza. Infatti alla morte di Kurt jooss (1968), Pina Bausch prese le redini della scuola di Essen, insieme alla supervisione della figlia di Jooss, Anna Morkard, conservando l’autenticità dell’autore di Dance Theatre o Tanztheater.

Pina Bausch Biografia

Pina Bausch (photo credit: wikipedia.org*)

Pina Bausch è nata nel 1940 a Solingen, in Germania. Figlia di proprietari di un ristorante con camere per gli ospiti, in tenera età le diedero il primo spazio per esibirsi, all’interno del locale oppure occasionalmente all’interno delle stanze mentre gli ospiti leggevano il giornale. Da qui i genitori intravedono in lei il suo estremo potenziale, così cominciò la sua vita di danzatrice e poi coreografa.

Infatti, intorno al 1955 all’età di 15 anni, Pina Bausch fu accettata nella Folkwangschule di Kurt Jooss, ad Essen. Dopo quattro anni, nel 1959, la giovane ballerina si diploma e ottiene una borsa di studio dal “Deutscher Akademischer Austauschdienst“, la quale consente a Pina Bausch di frequentare un corso di perfezionamento e di scambio negli USA. Inoltre studiò alla “Julliard School of Music“, insieme ai grandi nomi della modern dance americana come Antony Tudor, José Limón, Louis Horst e Paul Taylor. Sotto la direzione di Antony Tudor prende una scrittura alla New American Ballet e al Metropolitan Opera Ballet, insieme a lui volò a Spoleto, in Italia, presentando un nuovo lavoro intitolato “Tablet“, mostrando anche in Europa la grandezza di Pina Bausch.

A New York, Pina Bausch si esibì anche con la Paul Sanasardo e la Donya Feuer Dance Company e proprio a New York City che Pina dichiarò: “New York è come una giungla ma allo stesso tempo ti dà una sensazione di totale libertà. In questi due anni mi sono ritrovata”.

Nel 1962 infine, Pina Bausch ritornò nella sua terra in Germania, unendosi al nuovo Folkwang-Ballett di Kurt Jooss, come solista e lo assistette anche in molti dei pezzi. Nonostante la Bausch portava l’America nel cuore, rientrando in Germania portò con sé tutte le esperienze passate, che incrementarono il suo bagaglio artistico, trasferendolo ai nuovi danzatori. Da qui inizia la sua carriera come erede della danza espressionista (Ausdruckstanz), iniziata da Rudolf Von Laban, poi approfondita da Kurt Jooss con l’aggiunta del teatro danza e infine lasciata nella mani di Pina Bausch, soprattutto dopo la morte del suo grande maestro Jooss nel 1968.

Il suo lavoro è considerato una continuazione dei movimenti espressionisti europei e americani, inserendo molti elementi drammatici e autentici legati alla storia delle persone, soprattutto relazionali, come vedremo nelle sue opere. Infine Pina Bausch creò la sua compagnia Tanztheater Wuppertal, che si esibisce a livello internazionale.

Pina Bausch Quotes

“Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti, ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza.”

“Danziamo, danziamo… altrimenti siamo perduti.”

Post modern dance: l’arrivo del Tanztheater

Tanztheater (photo credit: wikipedia.org*)

L’Europa è considerata la patria dell‘arte postmoderna e del postmodernismo, caratterizzato da scetticismo, ironia o rifiuto delle grandi narrazioni e ideologie del modernismo, mettendo in discussione vari presupposti della razionalità proclamata dall’Illuminismo. I pensatori postmoderni richiamano spesso l’attenzione sulla natura contingente o socialmente condizionata della conoscenza e dei sistemi di valori, intendendoli come prodotti di supremazie politiche o culturali.

Invece i primi accenni dalla danza postmoderna giungono dal neoespressionismo e dal teatro danza, introdotto da alcuni punti di vista da Rudolf Von Laban, da Kurt Jooss e da Pina Bausch. Ma che cos’è il teatro danza o Tanzatheater?

Il teatro danza è un ramo della modern contemporary dance, ovvero della danza contemporanea. La coreografa Bausch, decise di intraprendere un percorso con i suoi danzatori, passando mediante i suoi problemi e le sue preoccupazioni, dandogli poi risposta attraverso un lavoro psicanalitico con parole, movimenti, azioni e musica.

Nella sua danza, Pina Bausch racconta la vita reale e si riconosce con un grande carattere teatrale, tanto che con la sua influenza nel mondo della danza, i danzatori vennero chiamati “danzattori”. Nei suoi lavori è riscontrabile una voluta esagerazione dei movimenti volta a calcare l’intensità delle sensazioni e sottolineando il rapporto tra forza e fragilità umana. Pina nel suo percorso artistico non disconosce del tutto l’importanza dell’impostazione accademica, ma ne ridimensiona la funzione, volgendo più attenzione al contenuto piuttosto che alla forma con cui viene narrato. Proprio per questo, un elemento fondamentale del teatrodanza e anche della danza contemporanea, è l’improvvisazione, attraverso la quale si può percorrere le varie fasi della vita rendendole danza.

Pina Bausch è una grande sostenitrice del movimento autentico e sincero, ed è proprio per questo che preferisce lavorare con danzatori timidi e riservati, per poterli guidare attraverso una ricerca interiore e fare uscire le emozioni chiuse all’interno. Quindi lo scopo della sua danza è andare oltre la tecnica stessa, per quanto sia importante e sia elemento di studio, ma quello che vuole far trasparire, anche e soprattutto negli occhi degli spettatori è che la danza non è linee e forme, i danzatori non devono dimostrare le loro abilità cimentandosi in cose difficili, ma devono dialogare attraverso il corpo con il pubblico. Solo così la danza diventerà veicolo di comunicazione, quando lo spettatore immedesimandosi nel corpo del danzattore si sentirà parte integrante, capirà la sua gioia o la sua frustrazione. Potremmo quasi dire che per gli occhi di chi guarda senza giudizio, ma lasciandosi trasportare dalle emozioni, la danza può diventare terapeutica.

Pina Bausch: Café Müller, Kontakthof e Rite of Spring

Per approfondire la danza di Pina Bausch e del teatro danza, analizziamo tre delle molteplici opere di Pina Bausch più importanti.

Café Müller di Pina Bausch

Uno dei più grandi capolavori di Pina Bausch è Cafè Muller, divenuto tale in tutto il mondo della danza contemporanea e del teatrodanza nel 1978. Nella sola durata di 40 minuti, Pina Bausch ha reso quest’opera il manifesto del Novecento coreografico, restando coinvolti tra le frenesia di corse cieche e la delicatezza di abbracci, tra gesti violenti e movimenti di indicibile lentezza, tra nevrosi e mancate compostezze. La scenografia di Rolf Börzik, compagno di vita di Pina Bausch, è uno spazio privo di grandi scenari, ma circoscritto in un palcoscenico pieno di sedie vuote ed una porta girevole, a riempire il palco ci sono sei danzatori di cui tre donne (con Pina Bausch compresa) e tre uomini. Pina Bausch e Malou Airaudo avanzano nella scena ad occhi chiusi ed in sottoveste, la Bausch resta in solitudine sul fondo per tutta la durata dell’opera, mentre Molau danza con fare caotico e confuso, la terza donna invece in abiti colorati si aggira nel locale con tacchi alti, proprio a riproporre una scena vera di cafè in parallelo ad un mondo surreale e sensibile.

Accompagnati dalla musica del compositore Henry Purcell, lo spettatore è rapito da questa scena quasi onirica, ogni volta che i danzatori attraversano la porta girevole si riescono a sentire tutte le emozioni. A partire dalla solitudine, dal desiderio, da corpi che si cercano e che sfuggono, da abbracci cercati e persi, corpi che cadono e si rialzano, che piangono, si svestono e giocano con la casualità. Pina Bausch è l’unica capace, con la sua delicatezza, di farci vivere nel suo mondo e renderci partecipe dei suoi problemi che poi sono anche i nostri come la difficoltà delle relazioni, la tristezza nei confronti della solitudine, la voglia di trovarsi e l’amarezza nel perdersi, la gioia di svestirsi nei confronti delle regole dando spazio alla libertà.

Kontakthof di Pina Bausch

Kontakthof, nasce nel 1978 con l’idea di spiegare il significato dell’amore dal suo punto di vista, come un desiderio insaziabile e complicato. Il “cortile dei contatti“, traduzione del nome Kontakthof, è stato replicato duecentocinquanta volte arrivando anche nel 1983 al Teatro alla Scala. Poi venne ribattezzato nel 2000 sotto il nome di Kontakthof mit Damen und Herren ab “65”, ovvero cortile dei contatti con signori e signore sopra i 65, girando per teatri del mondo con una compagnia di dilettanti e “attempati”.

L’idea originaria di Pina Bausch era quello di riproporre questo spettacolo danzato sicuramente da anziani, ma avrebbe voluto aspettare l’arrivo della vecchiaia da parte dei suoi danzattori della compagnia Tanztheater Wuppertal. Alla fine decise di ricreare questo pezzo avvalendosi di non professionisti, e regalando al mondo della danza contemporanea un sogno, signore e signori della terza età che danzano in scena.

Questa danza è un urlo all’amore malinconico, la scena si riempie ancora una volta di sedie, di movimenti impacciati tra solletichi e carezze, di corpi che si cercano e si allontanano per vergogna, segnalando come al tramonto della vita si rincorrono ancora immagini e situazioni dell’infanzia, ma con gesti stanchi e disincantati.

Rite of Spring di Pina Bausch

Nel 1975 Pina Bausch creò il capolavoro della sagra della primavera, ovvero The Rite of Spring, un urlo a temi più sociali.

Il palcoscenico è ricoperto di terra ed i ballerini danzano onorando l’arrivo della primavera con rituali di feste e competizioni. Una giovane donna, venne scelta come vittima sacrificale che doveva danzare fino alla morte, infatti la sagra della primavera di Bausch era colma di battaglie tra sessi, uomini e donne si radunavano in bande e danzavano l’uno contro l’altro. La scena è cruda, piena di atti di dolore, di paura, rabbia e disperazione. Si percepisce un senso generale di inquietudine, soprattutto con l’aiuto della musica e poi scatenato dal profondo espressionismo dei ballerini: nei loro movimenti che chiedevano pietà, oppure nel battere i piedi all’unisono come un gregge, il loro ansimare. Il tutto contornato da tanta sporcizia, della terra che si attacca lungo ogni centimetro del corpo, e da corpi caldi, le donne con abiti aderenti color carne, e uomini a torso nudo e pantaloni neri. L’unico tocco di colore è un vestito rosso che passava per le mani delle donne, ad indicare la giovane che andrà sacrificata alla morte.

Kurt Jooss -The Green Table meaning

The Green Table di Kurt Jooss (photo credit: pinterest.fr*)

The Green Table (dal significato letterale di tavolo verde) di Kurt Jooss, vinse nel 1932 a Parigi il primo premio al concorso coreografico degli Archives internationales de la danse.

The Green Table riflette una preoccupazione per le questioni sociali e i problemi di quell’epoca, come la corruzione politica e le politiche militariste. Infatti viene considerata come un opera militarista, con uno stile ironico e tagliente. La struttura cinica della danza, è un espressione formale a quest’umorismo secco analizzato da Kurt Jooss come ad esempio: i diplomatici (danzatori) ripetono la loro routine con totale indifferenza per le reali conseguenze delle loro decisioni. La serietà della loro discussione è smentita dalla musica che Jooss ha scelto per accompagnare questa scena: un tango giocoso. Ha anche vestito i personaggi con maschere, e creando movimenti esagerati non del tutto naturali, come gesticolare mentre si parla o camminare nervosamente su e giù mentre si pensa.

I costumi e gli oggetti di scena sono stati scelti per le loro qualità simboliche: una bandiera per il soldato speranzoso, un vestito rosso abbinato a una sciarpa bianca per il partigiano, o il costume da scheletro della morte. Infatti Jooss conosciuto per le sue Dance of Death e ha avuto la capacità di indirizzare il pubblico, concentrandosi su un particolare punto di interesse, che può essere un ballerino situato su un piano più alto rispetto al resto del gruppo, o qualcuno che sta fermo mentre tutti sono in movimento (o viceversa), e così via.

Video Coreografie di Pina Bausch e Kurt Jooss

Pina Bausch Youtube – Video The Rite of Spring
Pina Bausch Youtube – Video Café Müller
Video Kurt Jooss – The Green Table prologue (scena del tavolo verde)

Quali sono i pionieri della danza contemporanea?

Ecco una lista dei fondatori della danza contemporanea, dai primi ai successori nei diversi stili, metodi e concetti:

*Le immagini presenti nel seguente articolo derivano da una rielaborazione del contenuto proveniente dalle fonti citate nella descrizione.

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